Ecce Deus, Rassegna stampa

    «Quella di Andrea Nardi è una ricostruzione non banale personalissima, in cui si mescolano cambiamenti epocali e sotterfugi, intrighi e passioni, grandi eventi e vizi privati, tutti messi a nudo grazie a una scansione narrativa che vuole privilegiare l'introspezione e che volutamente cerca di mettere da parte canoni, luoghi comuni, obblighi commerciali»
    Stefano Bucci - Corriere della Sera 16/4/2006 [scarica il file]

    «Ma Ecce Deus è anche la storia di un delitto, anzi di molti. E di un indagine, sia pure condotta da un investigatore sui generis: Celso Valerio Afro, ufficiale di un impero al tramonto, dove Costantinopoli sta per prendere il posto di Roma e il cristianesimo, con le sue guerre teologiche, ha già cancellato i vecchi dei»
    Laura Verlicchi - Il Giornale 23/6/2006 [scarica il file]

    «E' la nuova narrativa, quella che rompe con il già visto, il già sentito e vuole stupire e far pensare. E' questo il Duro stil novo?»
    Bianca d'Ascoli - Italiani d'Africa agosto 2006 [scarica il file]

    «I miei complimenti. Era da un pezzo che non leggevo un libro intenso e coinvolgente come ECCE DEUS. Alcune pagine mi hanno strappato un "applauso a scena aperta", ma è tutto il romanzo ad essere grandioso, dalle ambientazioni alla ricostruzione dei caratteri, all'intreccio tra le varie sottotrame e piani narrativi. Cosa posso dire, da lettore, se non "grazie" e, da scrittore, se non "bravo!"?»
    Tullio Avoledo (Einaudi, Sironi) mail dell'11/7/2006

    «Ecce Deus è il primo romanzo storico ambientato nell'impero romano di Andrea Nardi, velista professionista, giornalista e critico d'arte, due lauree nel cassetto (Giurisprudenza e Filosofia) e tanta voglia di scrivere»
    Fabio Pozzo - La Stampa 21/4/2006 [scarica il file]

    «Nardi si rivela uno scrittore di talento dotato di una penna felice e di felici intuizioni narrative e stilistiche dotato di un eclettismo raro. Un talento multiforme di cui si sentirà ancora parlare.
    Ferdinando Molteni - Il Secolo XIX 5/4/2006 [scarica il file]

    «Andrea Nardi, oltre a rendere magistralmente le atmosfere del noir, ricostruisce con abilità e perizia storiografica la vita dell'Impero di Roma. Per quanto sia ambientato nella Roma imperiale, il romanzo di Nardi è di sconcertante attualità in questo momento storico di scontri di civiltà fondati su integralismi religiosi»
    Ferdinando Menconi - Area aprile 2006 [scarica il file]

    «Con una trama lineare e una scrittura sincopata Andrea B. Nardi sviluppa una sottile riflessione sull'influenza della politica nelle vicende religiose»
    Manuela Gianni - Arte In aprile 2006 [scarica il file]


    Interviste ad Andrea B.Nardi

    Perché scrivere un libro?
    Perché: non so dipingere e non posso fare il regista cinematografico. I miei romanzi sono film prigionieri della narrativa. Diverso discorso per i saggi: lí subentrano motivazioni sia tecniche sia morali.
    Come nasce l'idea?
    Da un dettaglio minimo ma circostanziato che mi ossessiona, un punto focale che potrebbe racchiudersi in mezza pagina. Tutte le altre 250 pagine sono solo mestiere e ricerca artistica: hanno solo - se ce l'hanno - un valore estetico, letterario, ma per l'autore potrebbero anche sparire. perché questo libro?
    Ecce Deus ha una trama articolata fra intrighi di potere e politica, questioni teologiche, spionaggio, mutamenti storici, e perfino amore, ma paradossalmente è nato solo dalla voglia di raccontare la storia di un soldato vecchio e stanco, dal passato terribile. è la storia di alcuni uomini in grado di cavalcare gli eventi di un mondo che cambia e di altri destinati invece a soccombere.
    Quale è il punto focale di Ecce Deus?
    Lo scandalo del sacro. Qui voglio denunciare come il sacro non esista nelle religioni, nei testi scritti, nei dogmi. Il sacro può esistere solo nella nostra coscienza, in ciò che Kant chiamava la Legge Morale racchiusa in noi. Il concilio di Nicea ha creato un dogma sacro con una banale votazione a tavolino di opposti partiti politici: se quel giorno avesse vinto un'altra fazione, milioni di persone nei secoli avrebbero pregato e creduto in un Dio completamente diverso. Il caso gioca sulle preghiere delle generazioni, e si beffa di chi pretende di trovare la verità di fede sui libri degli uomini. Per quanto mi riguarda, io individuo il sacro nella concreta sofferenza del vivente: davanti a ciò mi fermo, indipendentemente da qualsiasi tesi filosofica o teologica.
    Nell'intervista rilasciata al sito La poesia e lo spirito si dichiara sorpreso per la definizione di noir teologico. Lei definisce Ecce Deus un romanzo storico. In realtà chi legge avverte molto la componente noir, anche se non è quella prevalente. Sembra che l'autore voglia mantenere viva l'attenzione del lettore sui delitti, soprattutto sulle modalità con cui sono stati compiuti. Può non essere voluto, ma sicuramente non è casuale.
    Ecce Deus parla di delitti perché così è richiesto dalla trama, dal periodo storico, e dai personaggi. Se la mia scrittura indugia sulle emozioni, anche su quelle delle vittime, è perché credo che in narrativa si debba dipingere l'atmosfera nel modo più coinvolgente possibile. Detesto chi fa narrativa, cioè arte, descrivendo invece che esprimendo: quelli non sono scrittori, ma solo scrivani. Per quanto riguarda il concetto di noir, beh, ne sono onorato. è un modello letterario formidabile, denso di arie suggestive, incomplete, tormentate: sicuramente mi si addice.
    Ecce Deus ambientato nel terzo millennio. Quale possibile scenografia?
    Il romanzo è stato pensato prima dell'11/9/2001, eppure mi sembra purtroppo attualissimo. L'Occidente ci ha messo secoli per capire che uccidere è cosa atroce, e uccidere in nome della religione è perverso, oltre che idiota. Oggi interi popoli ancora non lo capiscono, soggiogati dalla barbarie e dalla perfidia di chi li usa per i propri fini. In Europa abbiamo partorito due fondamentali principi morali, che si bilanciano reciprocamente: la carità cristiana e la ragione illuminista. Fino a che esisteranno popoli in cui invece sono mischiati fede e Stato, intolleranza e ignoranza, tirannia e sopruso, allora continueremo a vedere crociate, jihad, e kamikaze. Occorre insegnare che dove si odia non può esserci nulla di sacro.
    Franca Corradini per "Il caffè della conoscenza"


    Per tratteggiare il personaggio del tormentato Celso Valerio Afro si è ispirato a qualche modello tra i grandi protagonisti del noir?

    Non credo che Ecce Deus sia un noir nel vero senso della parola, piuttosto un romanzo di psicologie che reagiscono diversamente di fronte alla fine di un mondo. Celso non ci riesce ed è destinato a soccombere, mentre Costantino è il suo opposto e vi si adatta comunque.
    Come mai la scelta di ambientare il suo romanzo nell'epoca tardo-imperiale e non nella Roma dei Cesari, forse più familiare al grande pubblico?
    Perché sono molto affascinato dai periodi finali di un'epoca, un mondo nuovo che avanza e cancella idee e sogni del passato sostituendoli con altri, come l'arrivo della ferrovia nel West selvaggio, i mondi di frontiera insomma...
    Che impatto ha avuto il Concilio di Nicea sulla storia europea? E cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?
    Un impatto totale! Questo è il nocciolo del libro: il fatto che i dogmi non siano assoluti ma decisi a tavolino da un'alzata di mano. L'Occidente oggi prega ciò che fu deciso in quel Concilio, e non fu una questione religiosa ma politica, come sempre. Il sacro non esiste.
    Nell'ambito del romanzo storico quali sono gli autori che segue con maggiore attenzione? Oppure è un genere che come lettore non le interessa?
    A parte la Yourcenar e i veri saggi storici (Kissinger, De Felice, Duby) io seguo prevalentemente autori che siano artisticamente, stilisticamente elevati, indipendentemente dal soggetto.
    A cosa sta lavorando in questo momento? Il prossimo romanzo sarà un'altra avventura di Celso Valerio Afro o qualcosa di completamente diverso?
    No, finora ho scritto cose molto diverse, saggi di teologia, spy-story, ecc. Sto lavorando ora su una storia di arcangeli a New York che hanno perso la fede: quindi sempre personaggi tormentati, dei guerrieri teologici a cui si insinua il dubbio...

    Mangialibri numero 4, anno I - 9/1/06